giovedì 14 novembre 2013

Inquadrare il futuro: consenso, regole di decisione e voto a maggioranza


di Alessandra Frizzera, della Agenzia di Stampa Giovanile/Osservatorio Sostenibile, nella COP19



Una delle questioni più scottanti quando si parla del processo decisionale all’interno delle COP riguarda le difficoltà che scaturiscono dalla responsabilità di trovare un punto d’accordo su determinati argomenti e ideali. Questa mattina, 13 novembre 2013, si è tenuto un evento parallelo nel padiglione sede della COP proprio su questo argomento. I relatori hanno offerto un quadro teoretico piuttosto chiaro sul funzionamento del processo decisionale e sulle possibili alternative che potrebbero sostituire la procedura basata sul consenso che è sempre stata applicata nelle negoziazioni in ambito ONU. Inoltre, hanno spiegato quali implicazioni potrebbero avere metodi decisionali alternativi nell’esito dei negoziati. Il primo relatore, Sig.ra Marilyn Averill, ha spiegato come la principale preoccupazione scaturita dal recente meeting tenutosi in giugno a Bonn riguardasse la possibilità di ottenere risultati diversi utilizzando un sistema di voto differente. La questione della regolamentazione delle procedure di voto nella Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico dell’ONU è stata introdotta con la seconda COP (1996). Il fatto è che le agende delle COP sono poi sempre state adottate tramite consenso, il che significa che nessuno propone obiezioni, e le parti non devono esplicitamente esprimere il loro accordo o disaccordo. Lo stesso sistema ONU definisce il consenso come “una procedura attraverso la quale un congresso prende decisioni senza un voto.” All’interno del sistema ONU il consenso risulta essere il sistema favorito. Nondimeno, ci sono molte alternative che potrebbero essere prese in considerazione al di là del consenso, come ad esempio l’unanimità, il voto di maggioranza pesato (maggioranza semplice o qualificata), oppure la scelta di non imporre nessuna regola. Ci sono molte questioni implicate nella scelta di una procedura di voto piuttosto che un’altra: da un lato il consenso può essere utile nel raggiungere un accord su tematiche spinose; dall’altro lato, la celerità dei negoziati potrebbe diminuire nella scelta di utilizzare un metodo a maggioranza qualificata piuttosto che uno a maggioranza semplice; infine, il potere di veto potrebbe dare la forza a qualsiasi parte di trattenere il gruppo dal raggiungere un accordo, e quindi darebbe un enorme potere alle parti individualmente prese. Più largo è il consenso di cui si ha bisogno, più difficile diventa raggiungere un accordo su questioni importanti. Perfino il metodo del consenso ha rappresentato una sfida nei negoziati sul cambiamento climatico. Molte persone si chiedono perchè questo accada. La risposta è stata fornita dal secondo relatore, Sig. Gregg B. Walker, Ph.D presso la Oregon State University: per quanto riguarda il cambiamento climatico, le problematiche sono in continua evoluzione e diventano sempre più complesse. Si può dire che la complessità della problematica è perennemente in crescita, e può essere descritta come multidimensionale e fluida. Il fatto che sia fluida è il fattore chiave che crea complessità. Inoltre, il ruolo dei media nei confronti del cambiamento climatico continua a crescere nel tempo. Le coalizioni politiche sono anch’esse fluide ed emergenti, si sovrappongo e sono multidimensionali. Anche la società civile è in evoluzione e diventa sempre più attiva. Per quanto riguarda la leadership, essa non è omogenea in quanto i rappresentanti continuano a cambiare. L’implicazione principale di questa situazione è che la ricerca del consenso sul cambiamento climatico diventa estremamente complessa. La complessità rappresenta una grande sfida, soprattutto in tematiche come queste nelle quali la linea degli stati tende ad essere “tutto o niente”. Ciò che è stato concluso dai relatori, sfortunatamente, è che anche se ci sono molti modi per prendere le decisioni, sarà politicamente impossibile cambiare il sistema basato sul consenso che viene applicato nei negoziati sul cambiamento climatico nell’ambito ONU.

Nessun commento:

Posta un commento