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lunedì 25 novembre 2013

29 novembre 2013, ore 20.00, Sala Consiliare - Comune di Denno - A QUALCUNO PIACE CALDO! Ultimi aggiornamenti sui cambiamenti climatici

I ragazzi dell’Osservatorio SOStenibile sono lieti di invitarvi al prossimo appuntamento, dopo l’esperienza come Agenzia di Stampa Giovanile alla Conferenza sui Cambiamenti Climatici (COP19) tenutasi a Varsavia dall’11 al 22 novembre.

Durante la serata si parlerà di cambiamenti climatici. Roberto Barbiero, coordinatore dell’Osservatorio Trentino sul Clima (PAT), ci parlerà del V Report dell' IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) pubblicato lo scorso settembre e farà un inquadramento sulla COP19.

I ragazzi dell'Osservatorio SOStenibile che hanno seguito la COP19 di Varsavia come Agenzia di Stampa Giovanile vi racconteranno la loro esperienza e le attività alle quali hanno partecipato.

Vi aspettiamo numerosi.


giovedì 14 novembre 2013

REDD+ e le proposte degli indigeni

di Carlotta Dolzani e Sara Cattani, della Agenzia di Stampa Giovanile/Osservatorio Sostenibile, nella COP19

L’agricoltura in fase d’espansione, la conversione delle foreste in pascolo, l’urbanizzazione del territorio e numerosi altri scenari di degrado ambientale stanno ostacolando gli obiettivi del piano 20-20-20 (ovvero le misure pensate della UE per il periodo successivo al Protocollo di Kyoto) ed in particolare risultano completamente in antitesi rispetto alla necessità di riduzione delle emissioni di CO2.
In quest’ottica si colloca il tentativo di creare un valore finanziario per l’anidride carbonica depositata nelle foreste: tale azione prende il nome di REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation) e incentiva i paesi in via di sviluppo a utilizzare meglio le risorse ambientali contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. Lo scopo è investire in strumenti economici per ridurre le emissioni di CO2, ciò in funzione di combinare strategie per la protezione dell’ambiente a uno sviluppo economico più equo.
La conferenza che ha avuto luogo nella mattinata del 13 novembre nella sala Wroclaw ha visto la partecipazione di due negoziatori di Canada e Svizzera, dei rappresentanti delle popolazioni indigene (Juan Carlos e Roberto) che vivono nella foresta dell’Amazzonia e di un delegato del Perù, organizzatore della COP20 che si terrà a Lima il prossimo anno. I due delegati latino-americani hanno espresso preoccupazione per una situazione complessa e pericolosa che potrebbe avere risvolti drammatici per le popolazioni indigene, le quali sarebbero costrette a cambiare radicalmente il loro stile di vita. Una vita basata su un'agricoltura attenta alla biodiversità e ad un corretto utilizzo del territorio che non porti allo sfruttamento di quest'ultimo. La sfiducia nei confronti del REDD+ è giustificata dal fatto che si tratti di un meccanismo rivolto all’interesse dei Paesi industrializzati, i quali pretendono di utilizzare la foresta amazzonica come luogo di stoccaggio di CO2 offrendo compensazioni economiche agli Stati coinvolti.
L'obiettivo fondamentale durante questa COP è quello di mettere pressione e gettare le fondamenta per quella che sarà la negoziazione della COP 20, che, tenendosi in Perù, potrebbe finalmente portare a dei risultati concreti per il territorio andino. Una delle richieste che vengono avanzate ormai da tempo è poter avere una posizione attiva all’interno delle negoziazioni e ci si auspica “che nel 2014 non vi siano solo fogli volanti e idee irraggiungibili, ma che venga stilato un piano d’azione concreto per “raffreddare” il pianeta e risolvere il problema delle emissioni di anidride carbonica”. Roberto conclude fiducioso: “a Lima potremo davvero fare la differenza”.

Inquadrare il futuro: consenso, regole di decisione e voto a maggioranza


di Alessandra Frizzera, della Agenzia di Stampa Giovanile/Osservatorio Sostenibile, nella COP19



Una delle questioni più scottanti quando si parla del processo decisionale all’interno delle COP riguarda le difficoltà che scaturiscono dalla responsabilità di trovare un punto d’accordo su determinati argomenti e ideali. Questa mattina, 13 novembre 2013, si è tenuto un evento parallelo nel padiglione sede della COP proprio su questo argomento. I relatori hanno offerto un quadro teoretico piuttosto chiaro sul funzionamento del processo decisionale e sulle possibili alternative che potrebbero sostituire la procedura basata sul consenso che è sempre stata applicata nelle negoziazioni in ambito ONU. Inoltre, hanno spiegato quali implicazioni potrebbero avere metodi decisionali alternativi nell’esito dei negoziati. Il primo relatore, Sig.ra Marilyn Averill, ha spiegato come la principale preoccupazione scaturita dal recente meeting tenutosi in giugno a Bonn riguardasse la possibilità di ottenere risultati diversi utilizzando un sistema di voto differente. La questione della regolamentazione delle procedure di voto nella Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico dell’ONU è stata introdotta con la seconda COP (1996). Il fatto è che le agende delle COP sono poi sempre state adottate tramite consenso, il che significa che nessuno propone obiezioni, e le parti non devono esplicitamente esprimere il loro accordo o disaccordo. Lo stesso sistema ONU definisce il consenso come “una procedura attraverso la quale un congresso prende decisioni senza un voto.” All’interno del sistema ONU il consenso risulta essere il sistema favorito. Nondimeno, ci sono molte alternative che potrebbero essere prese in considerazione al di là del consenso, come ad esempio l’unanimità, il voto di maggioranza pesato (maggioranza semplice o qualificata), oppure la scelta di non imporre nessuna regola. Ci sono molte questioni implicate nella scelta di una procedura di voto piuttosto che un’altra: da un lato il consenso può essere utile nel raggiungere un accord su tematiche spinose; dall’altro lato, la celerità dei negoziati potrebbe diminuire nella scelta di utilizzare un metodo a maggioranza qualificata piuttosto che uno a maggioranza semplice; infine, il potere di veto potrebbe dare la forza a qualsiasi parte di trattenere il gruppo dal raggiungere un accordo, e quindi darebbe un enorme potere alle parti individualmente prese. Più largo è il consenso di cui si ha bisogno, più difficile diventa raggiungere un accordo su questioni importanti. Perfino il metodo del consenso ha rappresentato una sfida nei negoziati sul cambiamento climatico. Molte persone si chiedono perchè questo accada. La risposta è stata fornita dal secondo relatore, Sig. Gregg B. Walker, Ph.D presso la Oregon State University: per quanto riguarda il cambiamento climatico, le problematiche sono in continua evoluzione e diventano sempre più complesse. Si può dire che la complessità della problematica è perennemente in crescita, e può essere descritta come multidimensionale e fluida. Il fatto che sia fluida è il fattore chiave che crea complessità. Inoltre, il ruolo dei media nei confronti del cambiamento climatico continua a crescere nel tempo. Le coalizioni politiche sono anch’esse fluide ed emergenti, si sovrappongo e sono multidimensionali. Anche la società civile è in evoluzione e diventa sempre più attiva. Per quanto riguarda la leadership, essa non è omogenea in quanto i rappresentanti continuano a cambiare. L’implicazione principale di questa situazione è che la ricerca del consenso sul cambiamento climatico diventa estremamente complessa. La complessità rappresenta una grande sfida, soprattutto in tematiche come queste nelle quali la linea degli stati tende ad essere “tutto o niente”. Ciò che è stato concluso dai relatori, sfortunatamente, è che anche se ci sono molti modi per prendere le decisioni, sarà politicamente impossibile cambiare il sistema basato sul consenso che viene applicato nei negoziati sul cambiamento climatico nell’ambito ONU.

mercoledì 13 novembre 2013

La Conferenza delle Parti sul Cambiamento Climatico è iniziata!



Cos’è la COP19?
- Dal 1995 delegazioni da 195 Paesi si riuniscono per negoziare modalità e strategie per stabilizzare le emissioni di gas serra e fronteggiare i cambiamenti climatici.
- È organizzata in side events, meeting e continue negoziazioni che verranno poi riassunti in un documento finale che si cercherà di approvare il 23 novembre.

Noi ci troviamo all’interno del Narodowy Stadium, uno stadio costruito per ospitare gli Europei 2012 e adibito a sede principale per le Nazioni Unite dall’11 al 22 novembre 2013.

Ogni giorno si svolgono centinaia di side events ed è impossibile non provare una sensazione di totale smarrimento e confusione. Di certo l’edificio non aiuta e, come spesso accade a questi eventi, la barriera tra i delegati e la società civile sembra costruirsi man mano che ci si avvicina allo stadio.
La prima cosa che ci ha colpito è stata proprio la totale disinformazione all’interno della capitale polacca e il totale disinteresse e coinvolgimento della popolazione.

Qual è il nostro ruolo?
Come Osservatorio SOStenibile e Agenzia di Stampa cercheremo di riportarvi gli eventi che ci sono all’interno dello stadio e al di fuori lungo le strade.
Come riporta un articolo della Stampa dello scorso giovedì “sempre meno giornali e televisioni sono disposti a mandare i loro inviati e si fa affidamento solo a poche agenzie di stampa, rischiando così di ricevere notizie parziali, monopolizzate e che non rispecchiano la portata globale delle negoziazioni e il loro impatto sulle diverse realtà locali”.
Le nostre speranze sono di riuscire a colmare questa mancanza d’informazione e che questa Conferenza riesca veramente ad impostare un piano d’azione e degli obiettivi per il futuro e che non si riveli l’ennesimo buco nell’acqua.